Tab Article
Lo sforzo della raccolta dei dati è immane, ma l'uomo diventa ancor più piccolo se la tecnologia non gli consente di sfruttare al meglio (e per tutti) quanto le intelligenze umane hanno saputo raccogliere. I contenitori di dati non bastano a dare soluzione al tempo della cura per medici e pazienti, ma il progresso assicurato dall'adozione di strumenti complessi e integrati e l'ingresso in un'epoca che pone al centro la raccolta ed elaborazione dei dati al servizio dei medici possono dirsi compiuti. Gli obiettivi conseguiti in tempi incredibilmente rapidi, che hanno reso entusiasmante questa fase della ricerca, non debbono far dimenticare che per molti il tempo della cura è ancora lungo e corre il rischio di diventare ancor più lungo, mentre per altri il medesimo tempo può essere fin troppo breve. Si sviluppano, oggi, ricerche che diventeranno terapie in meno di dieci anni, perché la ricerca organizzata prosegue, connessa e incessante, e consente di individuare obiettivi prima ritenuti irraggiungibili. La valorizzazione dei Big Data sviluppa sinergie in precedenza impensabili e permette trasformazioni rapidissime. L'innovazione biomedicale, impegnata oggi a sviluppare più di 7.000 medicinali, è uno degli esempi dell'enorme quantità di informazioni immessa in rete quotidianamente e ha bisogno di essere interpretata e usata con coscienza, e tempestivamente. Questi dati sono una risposta importante che avrà un impatto sulla società, ancora da valutare e quantificare. Le ipotesi sono molte e all'orizzonte si delinea un futuro popolato di incognite. I dati di ricerca raddoppiano ogni sei mesi. Nessuno riesce a leggerli tutti. L'elaborazione dei Big Data consente già di cominciare a parlare di medicina personalizzata. Le professioni sanitarie sviluppano modi nuovi di operare: la robotica, l'ingegneria biomedica, la fisica, che negli ultimi anni hanno a loro volta influito profondamente sulle industrie farmaceutiche, sono le padrone del tempo della cura. Il Festival ha affrontato queste problematiche del delicato rapporto medico-paziente e nel 2018 anche il tema della psicologia delle decisioni mediche e degli effetti sui pazienti. La realizzazione di strumenti come i Big Data e la creazione di piattaforme tecnologiche idonee a sfruttare i grandi giacimenti e a raggiungere una rapidità di analisi e di intervento prima sconosciuta fanno riemergere con rilevanza il tema di un rapporto volto a riscoprire i valori dell'empatia e a ristabilire l'alleanza terapeutica che assegna nuovamente al medico il ruolo di mediatore con la malattia. Fabio Roversi-Monaco